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Le Salon Musical / CD Giuseppe Unia piano works
CD: Giuseppe Unia – Opere per pianoforte
Nel diciannovesimo secolo la musica italiana sembra parlare quasi esclusivamente la lingua del melodramma “sorvolando” invece sulla produzione strumentale che pur presente ha finito per essere ammantata da un velo di oblio forse anche un po’ provinciale.
È il caso del doglianese Giuseppe Unia “pianista di Casa Savoia”, allievo di Hummel a Weimar e cognato di Carlo Leopardi oltre che assiduo frequentatore di un coté culturale che comprendeva tra gli altri Franz Schubert.
Ai pianisti Massimiliano Génot e Andrea Vigna-Taglianti il merito di aver riportato all’attenzione del pubblico nel CD “Giuseppe Unia – Opere per pianoforte” pubblicato dalla sempre più benemerita Tactus una corposa antologia tratta dalla oltre duecento sue opere pubblicate tra gli altri per Ricordi, Canti e Vismara e che rappresentano plasticamente non solo una scrittura sì ispirata ai suoi grandi contemporanei – primi tra tutti Schubert, Beethoven e Chopin – fatta di reminiscenze viennesi e omaggi all’opera italiana, il tutto in una scrittura florida e mai banale.
Gli impaginati proposti risultano intriganti già dai titoli: da “Le diable boiteux – Grand galop diabolique” a “Vessillo d’amore” e così via fino ai pezzi in cui si rielaborano melodie di opere celebri – nei salotti dell’Ottocento la parafrasi è di casa – come la “Grande fantasie sur piano seul sur des motifs de l’Ernani de Verdi” o ancora “Casta diva” o “Divertimento brillante sull’opera Marta di Flotow”. Sua poi la Marcia funebre “Una lagrima sulla tomba del Conte C. Leopardi”, forse la sua unica composizione della quale si era serbato ricordo negli anni.
Génot e Vigna-Taglianti– che si dividono equamente le dieci tracce del CD – si rendono protagonisti di una prova brillante in cui domina un fraseggio luminoso e al contempo intimo, il tutto a rendere con intelligenza sia il gusto del compositore che quello del suo pubblico dell’epoca.
Da ascoltare e riascoltare, cogliendo ogni volta nuovi richiami e suggestioni.
Alessandro Cammarano